da Palitana a Varanasi
“Mi scorrono davanti agli occhi in un baleno tutte le immagini più crude e più morbide di quest’avventura, confuse per sensibilità con tutti i cromatismi di cui ancora mi dolgono gli occhi e di tutti gli odori e del suono dei venti, delle brezze, dei respiri stessi dell’aria di cui ora conosco i segreti e le voci. A occhi aperti rivedo… la folla rumorosa che fluttua come un’onda che si rompe sui marciapiedi e straripa dappertutto… la moltitudine di mendicanti e di ciechi dalle orbite cave come nidi abbandonati, di storpi contorti in posture impossibili, di bambini nudi dagli occhi bianchi e dai ventri ingrossati… i labirinti intricati di Fatehpur Sikri e le grate jali dietro le quali si snodano i corridoi che le ancelle percorrevano all’alba per svegliare il signore al nuovo giorno con il suono del loro sorriso e quello dei campanelli d’argento alle caviglie e ai polsi… Varanasi dove capisci il senso della rinuncia alla vita di chi deliberatamente qui se ne viene a morire nei dharamsala, i cimiteri per chi è ancora provvisoriamente vivo, avvolto nei suoi stracci che sono già un sudario… i dom sul Manikarnika Ghat che, senza dar tempo al fuoco di consumare il cadavere, ne raccolgono le ceneri con residui di carbone e schegge di ossa e brandelli di carne annerita e dita e frammenti di stoffa e spargono tutto sull’acqua nera, perché non si può indugiare… “.
Riporto un frammento del libro “l’India mistica e misteriosa” di Vittorio Bosso.
Solo chi ha viaggiato attraverso la povertà e la cultura millenaria di questa gente, può coglierne davvero il significato. Le mie immagini e le sue parole riusciranno solo in parte a raffigurarne la realtà fatta di suoni di odori ed emozioni che si possono vivere solo in diretta. Spero di riuscire, però, ad insinuare “il desiderio di un viaggio” per immergersi e lasciarsi facocitare dal popolo più misterioso e mistico della terra giunto ai giorni d’oggi con una fede, una cultura e una tradizione religiosa ancora intatta come ai tempi delle sue origini.
Solo se riusciremo a guardare l’Universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la bellezza sta nella diversità cominceremo a capire chi siamo e dove siamo. Tiziano Terzani
Queste foto sono un bel modo per dare uno sguardo all’Universo.
Bellissime!