Il Festival dei nove Dei Imperatori
Nel caldo torrido dei monsoni thailandesi lo spettacolo ha dunque inizio.
E mentre l'alba ha luogo in questo teatro spettacolare del mondo, in una combinazione affascinate di credenze religiose, riti esoterici, superstizioni popolari e balli tradizionali, il festival copre di colore e sudore le strade di un' isola considerata paradiso dal turismo globale. Senza riserve o congetture, ci siamo mescolati, con le nostre fantasie liberatorie, alla gente in festa, lungo un corteo assordante e soffocante di uomini e donne che credono alla possibilità di poter essere padroni totali dei propri corpi, in un percorso doloroso di privazioni e sofferenze, che conduce allo splendore dell'anima.
ATTENZIONE
Alcune immagini possono risultare forti ad un pubblico sensibile
Tre mesi di attesa prima di poter pubblicare sul mio blog le foto dell’ultimo reportage. Tre mesi che si aggiungono agli altri otto, da quando decisi di partecipare a questo viaggio misterioso, una grande incognita sulla destinazione e nei contenuti.
Una promessa, un patto di silenzio che ha unito tutti noi fino all’uscita del reportage su “Oasis”, ma la straordinarietà dell’evento necessitava pure di “uno scoop” altrettanto particolare e affidato alle mani sapienti del nostro organizzatore.
“il viaggio, ancora prima che dalla destinazione è costituito dal percorso e dai compagni di cammino. Chi dimentica la meta e sa perdersi nella magia del percorso è un vero viaggiatore…”
Abbiamo accettato la sfida in otto, perché in realtà sapevamo bene che ci potevamo fidare, e soprattutto che, da quando, fotografi viaggiatori, abbiamo deciso di spingerci oltre l’ovvio e il banale, avremmo dovuto accettare le sfide “no limits” se volevamo davvero documentare situazioni che altri non sarebbero riusciti nemmeno a captare.
Non mi dilungherò sulla storia del “festival dei nove Dei Imperatori”; dal nostro viaggio è scaturito uno splendido articolo sulla rivista “Oasis” che invito ad acquistare o comunque a leggere, un articolo fatto con maestria e col cuore, scritto da Iago, ma al quale tutti noi abbiamo dato un contributo, nella ricerca dei luoghi, delle notizie, e soprattutto documentando con la fotografia quanto di più assurdo potevamo vedere.
Un viaggio durato tredici giorni, sotto una pioggia monsonica battente, alla ricerca di templi dispersi su un vasto territorio, al buio della notte e a cavallo di improbabili motorini, per raccogliere queste immagini, che mi hanno turbato già in fase di scatto; immagini forti, intense, a noi assurde, ma che esprimono la realtà; una realtà non così lontana da noi nello spazio, ma sicuramente nelle forme e nella cultura. Il primo giorno è stato per me quasi impossibile fotografare, in molte situazioni ho chiuso addirittura gli occhi cercando di non credere; la sera, riordinando le foto, continuavo a provare quelle stesse sensazioni di sofferenza allo scatto.
Poi … l’adrenalina dei giorni seguenti, e soprattutto il desiderio di esserci davvero, mi ha permesso di lasciarmi assorbire pienamente dalla spettacolarità dell’evento e realizzare questo reportage del tutto particolare che comunque affido al vostro giudizio.