Proiezione Multimediale
“L’opera più famosa dell’artista svizzero Arnold Bocklin. Ritrae un’isola spettrale che emerge da un lago, folta di cipressi e circondata da alte rocce. In primo piano, su una piccola barca, una figura coperta da un lenzuolo bianco, forse un fantasma, traghetta una bara. Il pittore simbolista, che spesso si ispirava a mondi fantastici e mitologici, ne dipinse 5 versioni, dal 1880 al 1885. La terza fu acquistata da Hitler, che lo appese nel suo studio e lo portò sempre con sé, perfino nel bunker dove si suicidò. La passione di Hitler per l’opera di Bocklin fu condivisa anche da altri personaggi storici, da D’Annunzio a Lenin che ne teneva una versione appesa sopra il letto e a Freud che ne aveva addirittura 22 copie nel suo studio.
Sicuramente il pittore si ispirò al monumentale “Cimitero degli Inglesi di Firenze” dove peraltro seppellì la figlia Mary, morta in tenera età.
Luogo di sepoltura di artisti, poeti, filosofi ma anche custode della memoria “di un Ottocento cosmopolita e non conformista” che ha onorato Firenze. Così poco conformista da voler dare una sepoltura anche ai domestici.
Svetta dal Piazzale Donatello, spesso inosservato al traffico veloce che lo circonda, anche se un tempo, prima dell’abbattimento delle mura cittadine ad opera del Poggi, rappresentava un luogo di pace fuori dalla città, ma ancora oggi quest’isola di ‘immortalità’ esercita il suo fascino anche su chi vi sfreccia distrattamente.
Come dice Julia Bolton Holloway «Voi italiani avete molta paura della morte. Siete superstiziosi, per questo non amate i cimiteri». Forse ha ragione.
Protetto da una cancellata di ferro che gira tutto intorno all’ovale, nessuno si preoccupa mai di sapere se è aperto o chiuso o quali siano gli orari per poterlo visitare, forse perché siamo superstiziosi, ma anche perché le tombe si vedono così bene anche da fuori, infisse nella collinetta, proprio come quelle di Spoon River.
Ci passo davanti tutti i giorni, come non notare in questo periodo il crescere dei giaggioli.
Ho aspettato fossero pronti,… è un attimo, basta una giornata di pioggia per farli sparire nel nulla!
Finalmente è il momento! Come spesso si dice della cottura né un minuto di più né un minuto di meno!
Ho preso le mie macchine fotografiche e, con loro, mi sono immerso in questo angolo di paradiso. Girare per le tombe è davvero qualcosa di magico, leggere le scritte, le date, coglierne i particolari sulle lapidi, sui marmi; tombe ricche, tombe povere, tombe abbandonate…piccoli frammenti di storia che ti portano lontano nel tempo.
Ho trovato la tomba di “Mary Bocklin”…solo sette mesi di una breve vita restituita ad una sepoltura eterna.
Ho girato tra le pietre, tra i sassi e le lapidi, con molto rispetto e in silenzio cercando quasi di non disturbare il loro riposo. Ho percepito la loro presenza ma soprattutto la presenza maestosa dei giaggioli!!
Sono andata anch’io a visitare il Cimitero degli Inglesi per trovare la tomba della celebre poetessa Elizabeth Barrett Browning. E’ veramente un posto fuori del tempo e pieno di magia, anche senza i giaggioli, che però le danno vita e un senso di ricordo e amore. Bravo. Grande sensibilità.
Grande emozione:la contrapposizione della staticità dei monumenti alla colorata, leggera e di breve durata consistenza dei petali dei giaggioli; lo scorrere veloce delle immagini contrapposte alla “immobilità per sempre” del luogo; le immagini che danzano sullo schermo al ritmo esatto di “still got the blues” che nella modernità dei suoni , nulla toglie alla sacralità e al rispetto del luogo; aver utilizzato per finire quelle macchie che si impossessano dello schermo è come voler dare a tutta la composizione l’aspetto di essere stata realizzata ad acquerello,così,sfumata, non sempre ben definita e delineata colta però negli aspetti significativi ,leggera nella forma ma non per questo nella sostanza. B R A V O .
Tantissimi anni fa ( forse 20) ho visto una mostra bellissima su Bocklin a Fiesole!
Non sapevo che nel cimitero di Piazza Donatello ci fosse la tomba della figlia.
Prendo spunto per andare a visitare il cimitero degli inglesi e per riammirare Bocklin che tanto mi aveva affascinata in età adolescenziale . Grazie